
ARTICOLO TRATTO DALLO SPECIALE "Il Gusto" de La Repubblica LEGGI TUTTO
di Annacarla Tredici.
Riflettori puntati sui giovani produttori che fanno, e faranno, parlare di sé. Accomunati da una forte passione per la terra, rispettata ed amata: la seconda puntata della nostra rassegna sui giovani viticoltori.
08 GIUGNO 2021
Siamo abituati a parlare di “en primeur” per quelle espressioni enologiche che sia assaggiano in anteprima e si “scommette” sul vino che verrà. Qui puntiamo su coloro che lo producono. Parliamo di vigneron under 40 che sembrano essere una vera promessa nel panorama enoico. Il fattore umano è un valore sempre più fondamentale nell’approccio con la natura, la cura della vite e il dialogo con la terra, vera eredità per le prossime generazioni.

Abruzzo
Tra la costa adriatica e le montagne del Parco Nazionale della Majella. In piena pandemia, si impianta un nuovo progetto agricolo che sembra promettere un qualcosa mai assaggiato prima. O all’ “Inverso” – questo il nome dell’azienda-, di vedere sul mercato un vino del tutto innovativo. In che termini? Sperimentando prodotti che non sono sul mercato, come la rifermentazione in bottiglia del Montepulciano e del Cerasuolo con una tecnica nuova, e utilizzando bottiglie satinate opache, molto leggere, per sposare la sostenibilità ambientale. Su questa via si muovono i ventiseienni Costanza Cieri e Nicola Cantoli, originari di Ortona e di Crecchio, amici dai tempi dell’università con il giovane enologo Roberto Iovannone. Nelle terre d’Abruzzo, dove le loro famiglie custodiscono già 62 ettari di proprietà, i due giovani si sono messi i panni da agricoltori, lasciando due posti a tempo indeterminato. “Posso” è il nome della prima linea di vini – da vitigni autoctoni – in commercio: è declinata in bianco, rosato e rosso e una bollicina, tutte pensati per i Millenials.